sabato 11 maggio 2013

Il non detto che ancora non si può dire......

Sembra un gioco di parole.....un triste gioco, ma non lo é. E' un dato di fatto della nostra società: non si può ancora parlare di ciò che ci fa male, di ciò che fa paura, di ciò che tende a distruggere. Non vogliamo parlare delle nostre ombre, dei nostri stati d'animo più cupi: tristezza, rabbia... Tutte emozione che, se non consapevolizzate, possono portare ad un'esacerbazione di acting out, della messa in atto di comportamenti distruttivi: violenze, abusi.....
Se leggiamo i giornali di questo periodo, assistiamo impotenti a femminicidi di massa, a violenze e aggressioni gratuite verso l'altro (pensiamo alle vittime dell'acido o al morto per picconate di questa mattina a Milano). Cosa ci sta succedendo? Si tratta "semplicemente" di emulazione vicaria o è la spia di un malessere psico - sociale generale? Cosa succede nella mente dell'individuo? I confini psicologici sembrano essere scomparsi: l'io non sa più dove finisce la propria libertà e dove inizia quella dell'altro. Ma non se ne parla. Lasciamo andare il problema e ce ne accorgiamo solo quando accade il dramma. O, ed è questo l'aspetto più grave, si sminuisce il problema: "si vabbé, ma dai!!"
E, nel frattempo, le aggressioni, lo stalking, le violenze continuano, mentre noi continuiamo con il nostro tram - tram......