«Nella
nostra specie i rapporti sessuali non hanno una funzione solo
riproduttiva;
una
relazione sessuale è anche interazione sociale».
La
sessualità si esprime con comportamenti e regole dettati dalla
cultura. Natura e cultura sono ugualmente importanti nella
definizione dell’identità sessuale di un individuo.
Un
rapido sguardo oltre i confini del proprio paese conferma che i
popoli sono diversi anche nel modo di vivere il sesso: cambia da un
paese all’altro, da una settimana all’altra, da un giorno
all’altro. Etica, morale, religione e cultura definiscono per
ciascun popolo il modo di vivere il sesso.
Ogni
cultura regolamenta la sessualità: chi, come, dove, quando e perché.
Norme generali che stabiliscono quando è permesso e perché è
permesso.
I
termini in cui vengono definite queste regole variano moltissimo tra
una cultura e l’altra. Le differenze nei comportamenti sessuali
sono diventate di recente oggetto di studio:
l’età
del primo rapporto sessuale varia sensibilmente da un paese
all’altro. Secondo le statistiche, che riguardano i paesi
industrializzati, i ragazzi americani sperimenterebbero, prima dei
loro coetanei europei, la loro prima volta a 15 anni, rispetto ai 17
degli europei. I legami che si instaurano tra i primi sono meno
duraturi, a differenza dei secondi dove sono stabili e duraturi,
nonostante la giovane età dei ragazzi.
Una
ricerca sul comportamento sessuale della popolazione mondiale ha
evidenziato una variazione anche nella frequenza dei rapporti
sessuali: la popolazione più attiva risulta essere quella russa,
francese ed americana, con 130 rapporti l’anno; quella meno
passionale sarebbe l’orientale con solo 30 rapporti l’anno.
La
cultura influisce sulla nostra sessualità; sul nostro comportamento
sessuale; forma le opinioni correnti, sia direttamente che
indirettamente, tramite le immagini diffuse dei media, in base a cui
decidiamo chi è un partner sessualmente adeguato e chi non lo è;
quando si può avere un rapporto sessuale e quando, invece, è
proibito.
Questi
elementi forniscono i parametri che regolano l’attività sessuale.
Acquista sempre più piede un approccio universale allo studio della
sessualità.
I
fenomeni connessi con la globalizzazione, come il flusso migratorio
sempre più intenso, tendono a ridurre le differenze culturali tra le
popolazioni e, di conseguenza, anche le abitudini e i comportamenti
sessuali.
Le
pratiche sessuali si trasformano rapidamente a contatto con nuovi
stili di vita. Anche la passione è condizionata da modelli
culturali, che dettano agli individui i criteri per gestire un
rapporto sessuale. Recentemente questi modelli hanno subito grandi
trasformazioni e hanno cambiato radicalmente le abitudini sessuali.
Anche
nell’ambito della Sessuologia la ricerca non può escludere le
differenze culturali; vanno tenute in considerazione laddove ci
permettono di completare il profilo delle nostre conoscenze sulla
sessualità. La cultura di appartenenza nutre un individuo sin
dalla nascita, plasma tutte le sue concezioni e in particolare quelle
che riguardano il suo ruolo nella comunità e la sua identità
sociale.
Parte
integrante dell’identità sociale di un individuo sono le sue
abitudini sessuali e la comunità regola il comportamento sessuale a
seconda del ruolo che attribuisce a uomini e donne.
L’omosessualità,
ad esempio, è un comportamento sessuale che più di altri necessita
l’accettazione culturale; molto importanti sono i modelli di
riferimento. L’omosessualità rappresenta come l’identità è
il frutto di una elaborazione della cultura.
Oggi
le norme per la sessualità sono trasmesse tramite l’educazione
sessuale.
Chi non ha una conoscenza adeguata della propria sessualità,
spesso, ne ha anche una percezione distorta e vive le sue esperienze
sessuali in modo non appagante e, talvolta, anche doloroso.
Questi
comportamenti espongono, maggiormente, al rischio di malattie
sessualmente trasmesse; la scarsa conoscenza è il comune
denominatore di molti disagi e disturbi della vita sessuale.
L’educazione
sessuale sembra avere un carattere prettamente informale in base alle
ricerche condotte. La trasmissione delle conoscenze agli adolescenti
avviene, specie, tramite coetanei e fratelli maggiori. Nelle
comunità tradizionali questo compito è affidato agli anziani; nella
maggior parte dei casi si tratta di forme di educazione non
strutturate, che non vengono sostenute da programmi governativi.
Fornire
un bagaglio completo di informazione è una priorità dell’educazione
sessuale dei più giovani, che dovrebbe avvenire sin dall’età
prescolare. Al termine del ciclo di istruzione obbligatoria i
ragazzi debbono avere un’informazione completa su tutto.
Importantissima
è l’educazione
all’affettività,
che comincia sin dalla prima infanzia, tramite il contatto fisico coi
genitori; il bimbo accetta se stesso sentendosi amato e convincendosi
di meritare questo amore. L’educazione diventa didattica quando il
bimbo acquisisce una completa padronanza del linguaggio.
L’unione
sessuale è il rapporto umano che più di ogni altro è oggetto di
una complessa regolamentazione non scritta: le regole di questo gioco
a due mutano rapidamente e non sempre nella relazione di coppia si
riesce a far fronte alle esigenze di entrambi i partner.
La
diffusione di informazioni complete sulla sessualità è un supporto
fondamentale della comunicazione di coppia, ma talvolta le rotture
sono inevitabili.
Il
matrimonio rappresenta l’istituzione più diffusa nel mondo per
regolamentare l’unione sessuale. La ritualità delle cerimonie
nuziali, spesso, sono frutto di uno scambio di simboli tra diverse
culture.
Dr.ssa Antonietta
Albano
Psicoterapeuta-
Sessuologa
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