lunedì 13 ottobre 2014

SEDUZIONE ED EROS: percezione nelle varie società!


«Nella nostra specie i rapporti sessuali non hanno una funzione solo riproduttiva;
una relazione sessuale è anche interazione sociale».


La sessualità si esprime con comportamenti e regole dettati dalla cultura. Natura e cultura sono ugualmente importanti nella definizione dell’identità sessuale di un individuo.
Un rapido sguardo oltre i confini del proprio paese conferma che i popoli sono diversi anche nel modo di vivere il sesso: cambia da un paese all’altro, da una settimana all’altra, da un giorno all’altro. Etica, morale, religione e cultura definiscono per ciascun popolo il modo di vivere il sesso.
Ogni cultura regolamenta la sessualità: chi, come, dove, quando e perché. Norme generali che stabiliscono quando è permesso e perché è permesso.
I termini in cui vengono definite queste regole variano moltissimo tra una cultura e l’altra. Le differenze nei comportamenti sessuali sono diventate di recente oggetto di studio:
l’età del primo rapporto sessuale varia sensibilmente da un paese all’altro. Secondo le statistiche, che riguardano i paesi industrializzati, i ragazzi americani sperimenterebbero, prima dei loro coetanei europei, la loro prima volta a 15 anni, rispetto ai 17 degli europei. I legami che si instaurano tra i primi sono meno duraturi, a differenza dei secondi dove sono stabili e duraturi, nonostante la giovane età dei ragazzi.
Una ricerca sul comportamento sessuale della popolazione mondiale ha evidenziato una variazione anche nella frequenza dei rapporti sessuali: la popolazione più attiva risulta essere quella russa, francese ed americana, con 130 rapporti l’anno; quella meno passionale sarebbe l’orientale con solo 30 rapporti l’anno.
La cultura influisce sulla nostra sessualità; sul nostro comportamento sessuale; forma le opinioni correnti, sia direttamente che indirettamente, tramite le immagini diffuse dei media, in base a cui decidiamo chi è un partner sessualmente adeguato e chi non lo è; quando si può avere un rapporto sessuale e quando, invece, è proibito.
Questi elementi forniscono i parametri che regolano l’attività sessuale. Acquista sempre più piede un approccio universale allo studio della sessualità.
I fenomeni connessi con la globalizzazione, come il flusso migratorio sempre più intenso, tendono a ridurre le differenze culturali tra le popolazioni e, di conseguenza, anche le abitudini e i comportamenti sessuali.
Le pratiche sessuali si trasformano rapidamente a contatto con nuovi stili di vita. Anche la passione è condizionata da modelli culturali, che dettano agli individui i criteri per gestire un rapporto sessuale. Recentemente questi modelli hanno subito grandi trasformazioni e hanno cambiato radicalmente le abitudini sessuali.
Anche nell’ambito della Sessuologia la ricerca non può escludere le differenze culturali; vanno tenute in considerazione laddove ci permettono di completare il profilo delle nostre conoscenze sulla sessualità. La cultura di appartenenza nutre un individuo sin dalla nascita, plasma tutte le sue concezioni e in particolare quelle che riguardano il suo ruolo nella comunità e la sua identità sociale.
Parte integrante dell’identità sociale di un individuo sono le sue abitudini sessuali e la comunità regola il comportamento sessuale a seconda del ruolo che attribuisce a uomini e donne.
L’omosessualità, ad esempio, è un comportamento sessuale che più di altri necessita l’accettazione culturale; molto importanti sono i modelli di riferimento. L’omosessualità rappresenta come l’identità è il frutto di una elaborazione della cultura.
Oggi le norme per la sessualità sono trasmesse tramite l’educazione sessuale. Chi non ha una conoscenza adeguata della propria sessualità, spesso, ne ha anche una percezione distorta e vive le sue esperienze sessuali in modo non appagante e, talvolta, anche doloroso.
Questi comportamenti espongono, maggiormente, al rischio di malattie sessualmente trasmesse; la scarsa conoscenza è il comune denominatore di molti disagi e disturbi della vita sessuale.
L’educazione sessuale sembra avere un carattere prettamente informale in base alle ricerche condotte. La trasmissione delle conoscenze agli adolescenti avviene, specie, tramite coetanei e fratelli maggiori. Nelle comunità tradizionali questo compito è affidato agli anziani; nella maggior parte dei casi si tratta di forme di educazione non strutturate, che non vengono sostenute da programmi governativi.
Fornire un bagaglio completo di informazione è una priorità dell’educazione sessuale dei più giovani, che dovrebbe avvenire sin dall’età prescolare. Al termine del ciclo di istruzione obbligatoria i ragazzi debbono avere un’informazione completa su tutto.
Importantissima è l’educazione all’affettività, che comincia sin dalla prima infanzia, tramite il contatto fisico coi genitori; il bimbo accetta se stesso sentendosi amato e convincendosi di meritare questo amore. L’educazione diventa didattica quando il bimbo acquisisce una completa padronanza del linguaggio.
L’unione sessuale è il rapporto umano che più di ogni altro è oggetto di una complessa regolamentazione non scritta: le regole di questo gioco a due mutano rapidamente e non sempre nella relazione di coppia si riesce a far fronte alle esigenze di entrambi i partner.
La diffusione di informazioni complete sulla sessualità è un supporto fondamentale della comunicazione di coppia, ma talvolta le rotture sono inevitabili.
Il matrimonio rappresenta l’istituzione più diffusa nel mondo per regolamentare l’unione sessuale. La ritualità delle cerimonie nuziali, spesso, sono frutto di uno scambio di simboli tra diverse culture.



Dr.ssa Antonietta Albano
Psicoterapeuta- Sessuologa


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