sabato 16 novembre 2013

Quando la relazione fa male: ovvero quando perdo me stesso....


"L'estasi è la fase finale dell'intimità con voi stessi"
D. Chopra

Spesso siamo propensi a pensare che sarà sempre qualcun altro che ci proteggerà, che ci amerà incondizionatamente, facendoci dimenticare, illusoriamente, il senso di solitudine e di spaesamento che possiamo vivere in certe circostanze della nostra vita. Da qui, pensiamo che, amando esclusivamente l'Altro, possiamo guarire le nostre ferite interiori, dimenticando, così, il nostro senso di vuoto è, che è primariamente, dentro di noi. Ciò non significa che non esista una sana dipendenza dall'Altro, un legame di attaccamento sicuro, basato sulla fiducia reciproca e sulla dedizione condivisa. Il legame diventa un disagio, nel momento in cui, io vivo solo per l'Altro, in sua funzione, distorcendo, in tal modo, i miei più intimi desideri, idee, bisogni, emozioni e valori: elementi, questi, su cui si basa la costruzione della propria identità e lo sviluppo della propria valutazione organismica della mia esperienza.
"Che cosa voglio davvero?", "Quali sono i miei desideri su come vivere la mia vita?", "Io ed il mio compagno abbiamo gli stessi obiettivi per la nostra vita in comune?", "Sto sacrificando troppo di me?", "Tendo ad accontentare troppo gli altri, per quanto non accetti alcuni dei loro comportamenti?", "Accetto troppi compromessi?", "Questa relazione mi fa crescere o sento che sta diventando distruttiva?".....
Il primo passo per una sana relazione è amare, in primis, se stessi, accettando tutte le proprie sfumature e curando, se necessario, quelle ferite esistenziali ed evolutive che hanno fatto credere, con violenza, di non valere abbastanza, di non poter credere in sé stessi, nelle proprie capacità e nella saggezza delle poprie emozioni e della propria "bussola" interiore ed, infine, di non potersi accettare pienamente, soprattutto, con amore e dignità.
Come scrive D. Chopra (trad. it., 2001, pag 73) " La serenità è il primo passo verso l'accettazione, e l'accettazione è amore".

sabato 11 maggio 2013

Il non detto che ancora non si può dire......

Sembra un gioco di parole.....un triste gioco, ma non lo é. E' un dato di fatto della nostra società: non si può ancora parlare di ciò che ci fa male, di ciò che fa paura, di ciò che tende a distruggere. Non vogliamo parlare delle nostre ombre, dei nostri stati d'animo più cupi: tristezza, rabbia... Tutte emozione che, se non consapevolizzate, possono portare ad un'esacerbazione di acting out, della messa in atto di comportamenti distruttivi: violenze, abusi.....
Se leggiamo i giornali di questo periodo, assistiamo impotenti a femminicidi di massa, a violenze e aggressioni gratuite verso l'altro (pensiamo alle vittime dell'acido o al morto per picconate di questa mattina a Milano). Cosa ci sta succedendo? Si tratta "semplicemente" di emulazione vicaria o è la spia di un malessere psico - sociale generale? Cosa succede nella mente dell'individuo? I confini psicologici sembrano essere scomparsi: l'io non sa più dove finisce la propria libertà e dove inizia quella dell'altro. Ma non se ne parla. Lasciamo andare il problema e ce ne accorgiamo solo quando accade il dramma. O, ed è questo l'aspetto più grave, si sminuisce il problema: "si vabbé, ma dai!!"
E, nel frattempo, le aggressioni, lo stalking, le violenze continuano, mentre noi continuiamo con il nostro tram - tram......

venerdì 1 febbraio 2013

Sessualità al femminile......uno sguardo sui tabù della gravidanza

"mamma da dove vengono i bambini?....
E' vero che li porta la cicogna?
Oppure nascono sotto i cavoli?"

Se è vero che l'umanità è frutto della propria cultura e della propria tradizione orale, è altrettanto fondato il fatto che questi "modi di dire" sono  entrati nella nostra vita e soprattutto nella nostra psiche, sia cosciente, ma, soprattutto, inconscia. Da qui, come sostiene Lacan, l'inconscio parla, è strutturato come un linguaggio. E proprio il rimosso, come direbbe la psicoanalisi, o i nostri bisogni negati, come direbbe Rogers, vogliono il diritto di esistere, in tutte gli aspetti della nostra vita. Ed il bisogno sessuale è uno delle spinte attualizzanti del nostro organismo. Ma, soprattutto per la donna, il bisogno sessuale, o meglio il suo desiderio, è ancora conflittuale, non pienamente accettato. Lo stato di gravidanza tende, in molte donne che non sono a proprio agio con i propri vissuti sessuali, ad inibire ancora di più il desiderio, che tuttavia, scalpita per emergere. Nella donna, allora, possiamo assistere ad una dolorosa incongruenza (stato di ansia o di malessere psichico), derivata dal conflitto tra distorsione o negazione del suo desiderio nella propria esperienza ("il sesso non mi interessa"!!), a favore di un mantenimento di un sé ideale (falso sé) accettabile per sé stessa e per la cultura dominante, e spinta alla sua attualizzazione, come forza vitale, come spinta propulsiva all'autorealizzazione, all'esplosione del piacere, propria del suo vero sé o sé organismico, grazie al quale la donna si percepisce, grazie alla fiducia verso la propria "bussola" interiore, ovvero verso la propria valutazione interna degli eventi, come agente libero di scelta e responsabile per la propria vita, compresa quella sessuale, per cui lo stato di gravidanza può coesistere con l'aspetto più femminile ed erotico.

Per saperne di più:
Pinkola Estés, C., trad. it., (1993), Donne che corrono coi lupi, Frassinelli, Torino;

Pinkola Estés, C., trad. it., (2011), Forte è la Donna, Frassinelli, Torino;


Rogers, C. R., (1977), Carl Rogers on Personal Power, Delacorte Press New York, (trad. it., Potere Personale, Astrolabio, Roma, 1978);

Stone, L., (1987), Sexuality, cap. 19 di The past and the present rivisited, Routledge & Kegan Paul, London and New York, (trad. it., La sessualità nella storia, Laterza, Bari, 1995);

giovedì 24 gennaio 2013

A proposito di Violenza di genere.......

Ho scritto Violenza con la lettera maiuscola non a caso. Perché molte volte si dimentica che il maltrattamento verso le donne è un crimine. Ogni giorno si assiste ad una continua mattanza.
Ma la violenza non è solo fisica. Esiste una tipologia ancora più subdola, strisciante, talvolta non riconosciuta da chi ne è colpito, trafitto: sto parlando della violenza psicologica. Quali sono le sue caratteristiche?
Innanzitutto, nella maggioranza dei casi, il maltrattamento psicologico precede un attacco fisico: l'uomo cerca di sminuire la compagna e di tenerla sotto controllo, attraverso denigrazioni, offese, calunnie, allo scopo di far crollare le sua autostima. Se ciò non avviene, l'uomo cerca di piegare la sua vittima attraverso botte, colpi, calci, pugni......Altro elemento importante è il progressivo plagio: a causa dei continui insulti, la vittima inizia a rispeccharsi ed identificarsi nei giudizi sprezzanti del compagno ed inizia a credere di essersi meritata l'umiliazione: inizia a percepirsi inetta, goffa, inutile. Da un punto di vsta dell'Approccio Centrato sulla Persona, la donna perde progressivamente contatto con la propria fiducia organismica: non riesce più a valutare gli eventi ed i messaggi per quello che sono, ovvero pericolosi e svalutanti la sua persona, distorcendo così la percezione che ha di sé e della propria esperienza: tende a negare ciò che sta avvenendo, colpevolizzandosi e cadendo, progressivamente, nelle mani del carnefice. La violenza psicologica può avere tante facce:
- insulti;
- svalutazione come madre, davanti ai familiari, compresi i figli;
- svalutazione come donna;
- ridicolizzazione;
- minacce continue;
- controllo economico;
- blocco alla carriera;
- isolamento sociale e familiare.

Per saperne di più:

Albano, A., Carubbi., (2011)," La violenza e le sue forme di reato: un'analisi attraverso il punto di vista sessuologico "centrato sulla persona", in "Da Persona a Persona" - Rivista di studi rogersiani, giugno 2011, pp. 283 - 297;

 Baldry, A. C., (2005), “Violenza di genere nelle relazioni di coppia: i centri antiviolenza come luogo di sostegno e di aiuto alle vittime”, in Gainotti M. A., Pallini, S.,“La relazione con l’altro/a. Prospettive psicologiche, interculturali e di genere”, Atti. 3, Roma, Facoltà di Scienze della Formazione – Università di Roma Tre;

 Gainotti, M. A., (2008), La violenza domestica, Edizioni Magi, Roma;

Hirigoyen, M. F., (2005), Femmes sous emprise, Oh ! Éditions, Paris, (trad. It., Sottomesse, Einaudi, Torino, 2006);

lunedì 21 gennaio 2013

Salute sessuale.... al maschile!


In Italia, è stato sottolineato dagli esperti Sia, che il 12,8 % degli uomini ha problemi di erezione, il 30% lamenta eiaculazione precoce e nelle coppie, in caso di infertilità, in almeno il 50% dei casi il problema risulta maschile. 
L'aspetto psicologico, sia in ambito diagnostico che terapeutico, assume un aspetto particolarmente rilevante... Importante rivolgersi ad uno psicosessuologo, così come iniziare ad imparare a prendersi cura di sé....
Ecco enunciati i "comportamenti" da adottare per un sano comportamento sessuale:
* sesso sicuro, cioè con preservativo;
* evitare bruschi movimenti di angolazione del pene, essendo questo un organo fragile...;
* igiene quotidiana nella zona genitale;
* evitare il fumo;
* curare l’alimentazione e il peso; 
* fare regolare attività fisica, cercando di mantenere una forma corretta. Una buona passeggiata, ad es., a passo veloce per circa 30 minuti al giorno consente di protrarre fino a tarda età la possibilità di avere rapporti sessuali;
*sana vita affettiva, lavorativa e relazionale;
* attenzione ai rischi di certe professioni, come quelle che espongono a molti agenti chimici o fisici, o ad attività lavorative stressanti e/o usuranti;
* prevenire o curare diabete ed ipertensione; 
* non trascurare i controlli nell’infanzia: il criptorchidismo (mancata discesa di uno o entrambi i testicoli nello scroto) si ha in circa 1 bambino ogni 100;
* visita andrologica in età adulta e nella terza età.

Ecco perché per fidarsi ed affidarsi!! 

domenica 20 gennaio 2013

L'ARTE DI SEDURRE...


LA  SEDUZIONE: un’arte … per distinguerci dagli altri.



«Pur non vedendolo sento che mi sta guardando,

che i suoi occhi luminosi mi stanno esplorando.

Mi desidera e il suo desiderio è come il sole sulla pelle

quando penetra nelle ossa con quel tepore energetico e amorevole.

Se chiudo gli occhi sento le mani leggere che mi sfiorano,

sento che sta intercettando i miei pensieri, tutto ciò che provo.

Riesce a spogliarmi con uno sguardo, ma la mia è una nudità spirituale

che riesce stranamente a dar pace alla mente

 mettendo in subbuglio il corpo»



la seduzione (dal latino “seducete” > “sviare, condurre via”. Nel senso di attirare a sé una persona) rappresenta quella forza sottile e penetrante, che attrae gli esseri gli uni verso gli altri; un’energia che si può ricondurre all’attrazione spontanea fra le persone.

La sensualità può essere una qualità nascosta, ma quando si manifesta scopre tutte le sue carte e prorompe senza esitazione:

·       sapersi muovere con grazia e naturalezza, sentendo che il corpo risponde alle nostre sensazioni.  Essere notati dagli altri per la spontaneità e il fare implicito dei gesti;

·       saper risvegliare in modo opportuno i nostri sensi, da rendere presente e palpitante il rapporto con gli altri;

·       saper porsi in ascolto delle emozioni e delle sensazioni che il corpo ci trasmette.

La seduzione rappresenta la maggiore prerogativa del corpo femminile, depositario da sempre del movimento della seduzione e della trasformazione della sensibilità, dell’attenzione ai gesti impercettibili.

Riuscire ad utilizzare la capacità seduttiva può aiutarci ad essere più padroni del nostro corpo e delle relazioni nel corso della nostra vita affettiva e lavorativa.  Il corpo e i suoi innumerevoli, sfumati e impercettibili, movimenti sono un segnale di richiamo, attrazione e fascino per l’altro.

Il corpo in movimento è uno dei più potenti elementi di attrazione e la seduzione può esserne “carpita” attraverso:

  •   l’olfatto > prima fonte di attrazione, ci suggerisce l’odore del nostro corpo e ci indirizza verso il corpo altrui.

  •   Lo sguardo > tipo di comunicazione seduttiva per eccellenza, forse perché può essere al contempo un linguaggio profondo e silenzioso, diretto e sfuggente, sincero e misterioso: osserva e plasma l’oggetto del suo interesse.

  •   Il tatto > ci orienta e ci stimola nel rapporto con l’altro.

  •   Il gusto > la percezione del sapore dolce, acre o amaro delle sensazioni si trasforma in chiave di accesso per le emozioni.

La seduzione diviene, così, uno stile di comunicazione del nostro corpo e dei nostri sensi, che ci riguardano tutti, indipendentemente dall’aspetto fisico, età e status sociale.

Negli uomini la seduzione è finalizzata all’incontro sessuale, che diventa il reale motore dell’esistenza, ma che deve rimanere un fatto che inizia e finisce.  Per loro esiste un legame indissolubile tra seduzione e bellezza: vengono, di solito, sedotti da corpi femminili e sensuali.

La seduzione femminile, invece, desidera qualcosa di più: la donna vuole farsi ricordare, desiderare per sempre.  Il fine ultimo della seduzione femminile è quello di agire nel presente per assicurarsi il futuro e la sua meta ultima tende a far scattare l’innamoramento dell’uomo, a suscitare in lui un desiderio, che si rinnova continuamente e costantemente.

Le donne, a differenza dell’uomo, sono attratte dall’intelligenza, dolcezza, potere e riconoscimento sociale, più che dal corpo maschile e quando amano molte di loro si danno totalmente.

La seduzione rappresenta una sfida… noi seduciamo donando esistenza al mondo che colpisce il nostro interesse.



Il potere della seduzione sta in questo segreto:

«piacersi per piacere di più»!!




Dr. ssa  Antonietta  Albano

Psicologa- Psicoterapeuta

                                                                                                                      Sessuologa


La carezza e il suo linguaggio...


La carezza:
tenero linguaggio del corpo
Il linguaggio corporeo rappresenta una particolare dimensione comunicativa, senza la quale non sarebbe possibile sperimentare le diverse dimensioni della vita affettiva e sessuale.
In origine la comunicazione rappresenta un evento corporeo, che ci accompagna all’incontro con l’altro nella dimensione emozionale e la carezza ne è testimone.
Gesto semplice, ordinario e quasi automatico”, ma non è affatto questo il modo appropriato per poterla descrivere. La carezza permette di “parlarci” attraverso il contatto con il corpo, in quanto il tatto non è una semplice sensazione fisica, ma è anche emozione e comunicazione e richiede apprendimento, intuizione, pazienza, insistenza, novità e schiettezza.
E’ fatta non solo di contatto, ma anche di tempo e tempestività. Rappresenta la concretizzazione dell’affetto, la certezza dell’amore, un gesto umano e raffinato di cui non si può far a meno.
Dietro ogni carezza ci sono immagini, fantasie, convinzioni, speranze e soprattutto sogni.
Nell’intimità diventa un gesto inevitabile, tale da sostituire l’amplesso stesso, poiché non solo le mani si accarezzano, ma anche i corpi si strofinano e si toccano.
Ridurre il rapporto sessuale ad un semplice coito manifesterebbe non solo il disprezzo per il proprio corpo, ma anche per quello altrui.
Nell’atto amoroso le carezze segnano la qualità dell’orgasmo, approvazione e completamento. Penetrano a fondo nei sensi, nella pelle, nel corpo, costituendo un messaggio totale, adesione e disponibilità.
Vivificano il desiderio erotico nel coito, che con l’appagamento tende ad annullarsi.
Si dice che la sessualità maschile, per fattori estrinseci, non è incline alle carezze e che la pulsione sessuale, come i desideri, sia incentrata soprattutto sul pene.
Non è così… anche l’uomo è desideroso delle carezze della donna e la gioia maggiore è quella di prendere il suo corpo nudo fra le braccia e sentire il calore contro la pelle.
La carezza per l’uomo rappresenta una relazione autentica, carica di affettività e di scambio e “nel corpo femminile ritrova l’universo, di cui apprezza la bellezza con infinite carezze.
La donna, da parte sua, fa tremare il corpo dell’uomo per effetto delle sue carezze”.
La carezza se si presenta troppo incerta e timida induce a credere che la persona che la pratica tema qualcosa.
Se è troppo energica, invece, può essere vissuta come aggressiva. Ciò che deve possedere è la facoltà di andare al di là del silenzio percettivo e di essere gustata appieno nelle sue sfumature.
L’atto della carezza esprime il desiderio di far provare piacere e sicurezza, che si innescano a livello emotivo attraverso il contatto corporeo, che induce a non interrompere mai questo contatto, per passare da una zona erogena all’altra, poiché si rischierebbe di suscitare nel partner un senso di frustrazione, di abbandono e di incertezza.
Ogni "parte" del nostro corpo necessità di una carezza particolare:
·       Capelli: da sempre segno di femminilità e differenziazione sessuale, suscitano tenerezza e desiderio. Accarezzare il cuoio capelluto porta a rilassamento e tranquillità, ma anche un brivido intenso che percorre tutta la superficie del corpo.
·       Viso: particolare attenzione viene richiesta da questa parte del corpo sempre scoperta, alla portata di tutti e di forte richiamo. Oltre all’orecchio, particolare zona erogena, accarezzare le sopracciglia, il naso, gli occhi e i vari contorni del viso può suscitare una forte esperienza erotica.
·       Bocca: sorgente della parola, fonte di vita o di evocazione genitale. Il bacio rappresenta una delle forme della carezza più sensuale ed intrigante che si può esprimere in diverse modalità ed intensità (bacio schiacciato, serrante, coinvolgente, esigente).
·       Collo: sede di importanti elementi vascolari e nervosi. La donna è, solitamente, attratta dalla parte anteriore e laterale del collo dell’uomo, questo ultimo, invece, è attratto dai grossi muscoli laterali e dalla nuca.
·       Spalla: simbolo di bellezza e delicatezza nella donna, che nell’uomo, invece, si confonde con forza e solidità. Gli sfioramenti ideali sono quelli leggeri con dita, unghie, baci e morsi leggeri.
·       Braccio: esterno - interno e parte centrale sono particolarmente sensibili alle sollecitazioni dolci ed agli sfioramenti con polpastrelli e unghie.
·       Polso e mano: esigono una leggera esplorazione attraverso la bocca. Baci e lingua, oltre che coi polpastrelli. Manifestazione di tenerezza e rispetto basti pensare al baciamano.
·       Torace: la parte anteriore è molto erogena. La gola è sensibile al tocco leggero dei polpastrelli. La stimolazione delle ascelle è in grado di provocare dei brividi molto gradevoli.
·       Seno: sensibilissimo ed altamente erotico non solo nella donna, ma anche nell’uomo, è complice di coinvolgimento a livello genitale, in quanto, nella donna la sua stimolazione può portare direttamente all’orgasmo ed intensificarne le sensazioni.
·       Addome: sfruttare l’alta sensibilità dell’addome attraverso accarezzamento a cerchi concentrici e pizzicotti attorno all’ombelico.
·       Schiena: brividi impercorribili si possono “degustare” attraverso carezze, pizzicotti, graffi e pressioni, che, nel momento del massimo trasporto fanno aumentare la pressione dei polpastrelli e le unghie sulla carne.
·       Glutei: zona sensibile e di straordinaria attrazione. Evocano l’accoppiamento e lo scopo della carezza rimane quello di rendere viva la disponibilità ed aumentare il piacere e la profondità della penetrazione durante l’amplesso.
·       Gambe: evocazione di assoluta femminilità della donna. E’ il bersaglio immediato dello sguardo maschile. Colpiscono per la linea ed il movimento, evocando le parti del corpo più segrete. Si adattano ad ogni tipo di carezza e la loro parte più interna ci porta alla diretta esplorazione della zona genitale.
·       Genitali e perineo: una pressione al perineo, zona da cui si dipartono i corpi erettili, provoca gioia intensa e recupero di energia genitale, col conseguente desiderio di penetrazione. Il pene richiede una carezza particolare con la pressione e compressione. La pelle dello scroto è sensibile allo sfioramento.
·       Vulva, clitoride e vagina, alla pari del pene, richiedono estrema delicatezza nello sfioramento e nel contatto orale. Al clitoride, zona erettile e di percettibilità eccellente, spetta un trattamento davvero speciale: tenerezza, dolcezza e lievi sfioramenti.

Le carezze, quindi, rendono più dolci tutti i rapporti tra le persone, costringendo a guardarsi con più attenzione negli occhi ed a sentirsi più intensamente con le orecchie.
Attraverso la carezza la sessualità si estende a tutto il corpo e trova la sua dimensione.
La sessualità diventa frutto di tenerezza, sensibilità ed intelligenza.
Si glorifica così il corpo, che diviene non solo il mezzo del non detto, ma il luogo del linguaggio.

Dr.ssa Antonietta Albano
Psicologa - Psicoterapeuta
Sessuologa
 


...tutto in fondo può essere possibile con le carezze:
soggiogare la collera, disarmare la distruzione.
Tuttavia il regno della carezza resta quello dell’ amore...” !!!!
                                                               (Giorgio Abraham)

 

Il presente articolo è stato ideato da Antonietta ALBANO. Tutti i diritti riservati. Qualsiasi forma di copiatura, duplicazione, impiego, utilizzo o distribuzione non autorizzata, effettuata in modo integrale o parziale con qualsiasi metodo, ivi compresi mezzi elettronici di copiatura, preservazione o trasmissione costituisce una violazione delle leggi in materia di diritto d’autore.